Bisogna
risalire al diciasettesimo secolo per trovare le origini dei Lloyd's
quando Edward Lloyd, figlio di un oste vissuto in Essex, si
trasferisce all'eta' di 40 anni a Londra per gestire un piccolo
caffe' a Salutation Precinct, vicino alla Torre di Londra che presto
diventa luogo di incontro per businessmen.
Del 1688
la prima transazione documentata: si prometteva una ricompensa a
chiunque fornisse informazioni presso il caffe' riguardo al furto di
cinque orologi di proprietà di un certo Edward Bransby.
Nel 1691
si organizza la nuova sede di Lombard Street, nel cuore della City:
dalla fornitura della cancelleria alle informazioni riguardanti le
spedizioni marittime ed i sinistri, fino alla pubblicazione, dal
1696, del Lloyd's News sostituito, dopo alcuni anni, dal Lloyd's
List testata ufficiale del mercato e primo giornale di Londra.
Nel corso
del diciottesimo secolo il caffe' cessa di essere un posto di
ritrovo pubblico per diventare unicamente un mercato per
l'assicurazione marittima gestito direttamente dai sottoscrittori .
L'occasionale
insolvenza di una parte di questi sottoscrittori convince il
Comitato dei Lloyd's, nel corso del diciannovesimo secolo, a
minimizzare la possibilita' che una richiesta di risarcimento
rimanesse inevasa.
La
necessita' per il Comitato di avere poteri per regolare il mercato
porto' all'approvazione del Lloyd's Act del 1871. In base a tale
legge il Comitato dei Lloyd's doveva essere eletto dai membri nel
corso di un'assemblea generale per dirigere e sovraintendere agli
affari della societa', ma il Comitato era soggetto al controllo ed
alla regolamentazione dell'assemblea generale. Il potere di emanare
norme e di espellere qualsiasi membro per negligenza era esercitato
dall'assemblea generale e non dal Comitato. Con l'Act del 1871
viene, inoltre, codificata la pratica del deposito a garanzia, che
fin dal 1857 era stata condotta a discrezione del Comitato su base
volontaria.
Nel
Lloyd's Act 1871 ci si riferisce ancora alla sola attivita'
assicurativa marittima dei Lloyd's nonostante lo sviluppo
dell'assicurazione terrestre ed, in particolare, l'incendio delle
abitazioni. A questa anomalia si pose rimedio nel 1911 con un nuovo
Act che, derogando il precedente, definisce l'attivita' dei Lloyd's
come "l'assunzione da parte dei membri della Societa' di affari
assicurativi di qualunque tipo".
Da allora
al Lloyd's Act 1982 la costituzione dei Lloyd's e' rimasta invariata
pur essendone variate le condizioni. Il numero dei soci che
ammontava a 400 unita' nel 1870 si e' moltiplicato per cinquanta,
portando, progressivamente, all'esclusione alle assemblee generali
dei soci che non operano attivamente.
Il
rapporto Fisher presentato nel 1980 concludeva affermando che i
poteri di controllo del Comitato erano insoddisfacenti sotto molti
punti di vista e auspicava la costituzione del Consiglio.
I
risultati disastrosi tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli
anni '90 rendono necessaria una profonda riorganizzazione della
struttura dei Lloyd's.
Il numero
dei names è sceso da più di 30.000 unità nel 1988 a meno di
20.000 nel 1993; la conseguente contrazione di capacità di
sottoscrizione totale (da più di 11 miliardi di sterline a meno di
9) ha provocato l'utilizzazione di quasi il 90% della capacità
disponibile nel 1990 . Da ciò un aumento dei tassi di premio
superiore al trend internazionale e il rifiuto di acquisire nuovi
affari se considerati di dubbio profitto.
E' ovvio
come le conclusioni finanziarie riguardanti un confronto tra le
innumerevoli possibilità di investimento abbiano bisogno di un
lungo periodo di osservazione per essere adeguate. Questo è
particolarmente vero per chi investe in un settore la cui
profittabilità non è direttamente legata al ciclo finanziario
dell'economia globale.
E'
comunque intuibile che, a parità di altre condizioni, l'aumento dei
tassi di premio dovrebbe rendere più appetibile investire sui
profitti degli assicuratori. Sulla base di queste valutazioni e
sulla fiducia che, in qualche modo, verrà trovata una soluzione ai
problemi relativi ai passati esercizi, viene presentato
all'approvazione del Consiglio nell'aprile del 1993, il documento di
70 pagine frutto di un anno di lavoro, intitolato "Planning for
Profit: A Business Plan for Lloyd's of London" .
Il
documento costituisce il primo tentativo di indirizzare l'attività
complessiva dei Lloyd's nel rispetto delle decisioni strategiche dei
singoli sindacati ed è caratterizzato dai seguenti provvedimenti:
-
apertura
dell'associazione a Corporate Members e cioè a società di
capitale a responsabilità limitata;
-
creazione di una
compagnia di riassicurazione in cui confluiscano tutte le
posizioni ancora in sospeso su contratti sottoscritti prima del
1986;
-
un programma generale
di riduzione delle spese attraverso un ampliamento dell'uso
dell'informatica ed una riduzione del personale ;
-
una previsione
finanziaria, allo scadere del ciclo assicurativo triennale, di
un profitto del 10% calcolato sulla capacità. Questo dovrebbe
tradursi in un profitto nel periodo pari al 33% per i soci
individuali e del 20% per quelli societari a cui si deve
aggiungere un addizionale del 7% quale interesse maturato sul
fondo di investimento, portando la previsione ad un profitto del
40% e del 27% rispettivamente agli investitori individuali e
societari;
-
l'aumento del livello
di professionalità degli operatori attraverso l'istituzione di
nuovi corsi di aggiornamento e qualificazione professionale ed
un rinnovato controllo al fine di evitare eccessive
concentrazioni di rischio all'interno del mercato;
il rafforzamento delle
strutture di penetrazione per l'acquisizione di nuove quote di
mercato in Europa e nei continenti orientali.